L’acquisizione di nuove conoscenze di fisiopatologia in otorinolaringoiatria pediatrica, insieme con la realizzazione e il perfezionamento di indagini strumentali sempre più affidabili e tollerate dai piccoli pazienti, ha determinato negli ultimi anni un approccio diagnostico e terapeutico più appropriato alle malattie pediatriche di pertinenza otorinolaringoiatrica. Concetto molto importante è rappresentato dall’unità anatomo-fisio-patologica di tre distinti distretti anatomici:
- fosse nasali-seni paranasali
- orecchio-tuba di Eustachio
- faringe-laringe
Il collegamento fisio-patologico fra queste zone anatomiche, tra di loro e con regioni e funzioni più lontane, non è esclusivamente di tipo aereo (contiguità), ma anche, per esempio, neurologico (voce-udito, equilibrio, olfatto), con un feedback continuo e importante per il benessere della persona, e soprattutto per una normale crescita del bambino. La patologia più frequente nell’orecchio in età pediatrica è rappresentata dall’otite media, risolvibile con le terapie mediche, importante per le possibili complicanze (oggi più rare) e per i disturbi del linguaggio e dell’apprendimento nei bambini. Di incidenza minore, ma con possibili serie conseguenze, sono i difetti uditivi su base genetica-perinatale o della primissima infanzia: l’ormai diffuso screening uditivo alla nascita nei nidi pediatrici con semplici strumenti per lo studio delle otoemissioni ha consentito di adottare nella maggior parte dei casi la protesizzazione acustica precoce di questi piccoli pazienti, consentendo loro uno sviluppo del linguaggio e intellettivo praticamente nei limiti della norma. L’otite media trova nell’alterata funzionalità delle tube di Eustachio il momento fisiopatologico più importante. Processi infettivi delle alte vie respiratorie, a cominciare dai semplici raffreddori, rappresentano più spesso il fattore scatenante per alterare il normale ciclo di apertura e chiusura delle tube, di fatto non consentendo più un regolare flusso di aria dalla rino-faringe all’orecchio medio e viceversa; la mancanza di una pressurizzazione nell’orecchio medio simile a quella dell’ambiente determina la patologia con una trasmissione dell’onda sonora alterata e diminuita (ipoacusia), con una retrazione della membrana timpanica dolorosa (odinodinia), un rischio di perforazione della membrana timpanica con fuoriuscita verso l’esterno di pus (otorrea), che in molti casi può rappresentare un aiuto alla guarigione, vista la facilità con la quale nei bambini le perforazioni (piccole) delle membrane timpaniche tendono a ripararsi.
Nella primissima infanzia, la presenza di tube di Eustachio corte e quasi orizzontali favorisce la “risalita” dei processi infettivi-infiammatori dalle fosse nasali e dalla faringe verso l’orecchio medio. Inoltre, le vegetazioni adenoidee (tonsilla faringea), posizionate nella rino-faringe subito dietro le fosse nasali, proprio in vicinanza degli osti delle due tube di Eustachio, presenti fino a circa 14 anni, accrescendosi creeranno, oltre a una difficoltà respiratoria nasale, anche un ostacolo meccanico alla regolare apertura delle tube, alterando il passaggio di aria verso l’orecchio medio. Le adenoidi sono molto voluminose (ipertrofia) dai tre ai sei anni di età, e possono mantenere dimensioni abnormi anche per stimoli infiammatori di tipo allergico o costituzionale. La diagnostica prevede una visita pediatrica e/o otorinolaringoiatrica che, nella fase acuta, consentirà di impostare tempestivamente la terapia medica più idonea, anche in rapporto all’età del bambino; nelle fasi subacute, recidivanti o croniche, l’otorinolaringoiatra potrà effettuare a supporto esami timpanometrici, fibroscopici, analisi ematiche, prove allergometriche, che consentiranno una migliore diagnosi e una conseguente migliore impostazione terapeutica.
Frequente, anche da quanto esposto sopra, la difficoltà respiratoria nasale, con evidente respirazione orale (non fisiologica), a causa dei ripetuti raffreddamenti ai quali sono soggetti i bambini. Il sistema immunitario ancora immaturo dei bambini deve fare esperienze infettive, ma l’eccessiva frequenza delle infezioni respiratorie può determinare una occlusione infiammatoria cronica delle fosse nasali con sinusite (anche nei bambini più piccoli). Tali ripetute infezioni determinano un volume eccessivo delle vegetazioni adenoidee (nel cavo rinofaringeo) creando ulteriore difficoltà a respirare con il naso. La tendenza delle nuove generazioni a presentare facilmente patologie allergiche respiratorie, favorisce la chiusura infiammatoria delle vie nasali peggiorando la respirazione e agevolando le infezioni. Le esigenze sociali che portano ad un precoce inserimento al nido e alla scuola materna determinano un aumento delle infezioni respiratorie, soprattutto per l’ormai quasi totale inesistenza della dovuta convalescenza prima del rientro in comunità. Il sistema difensivo del bambino entra, per l’eccessiva stimolazione infettiva, in una fase di immunodepressione, creando un circolo vizioso difficile da spezzare. A livello della faringe, oltre al problema dell’ipertrofia delle vegetazioni adenoidee (con facilità alle otiti medie e alla respirazione orale con ristagno di catarro nelle fosse nasali e perdurare dell’infiammazione nasale), l’infiammazione acuta o cronica delle tonsille palatine (organi di tessuto linfatico organizzato, come le vegetazioni adenoidee e la tonsilla linguale, deputati alla maturazione immunitaria dei bambini), può determinare due classiche patologie ORL.
La prima è un’infezione batterica sostenuta dallo Streptococco Beta Emolitico di Gruppo A. Tale infezione, di frequente riscontro in pediatria, diagnosticabile anche con tamponi faringei di tipo rapido presenta – a parte la classica sintomatologia del mal di gola, spesso con “placche” tonsillari – una rilevanza per il raro ma sempre possibile evolvere in malattia reumatica.
La malattia reumatica è una malattia auto-anticorpale innescata dal suddetto batterio, con produzione da parte del sistema immunitario di anticorpi anti-batterio, ma anche contro elementi anatomici del proprio corpo, sani, non infetti, che vengono lesi dalla risposta anticorpale: principalmente cuore, reni, articolazioni.
La terapia antibiotica rappresenta un cardine contro questa infezione batterica, che può provocare anche ascessi peritonsillari con difficoltà respiratorie importanti e propagazione locale o sistemica dell’infezione.
La seconda patologia di tipo cronico, in associazione con l’ipertrofia delle vegetazioni adenoidee, è l’ipertrofia delle due tonsille palatine, talmente marcata da determinarsi un contatto fra di loro, senza una fase di infezione/infiammazione acuta in atto. Di fatto si crea, soprattutto di notte e in posizione supina, un’importante difficoltà respiratoria con l’insorgere del fenomeno del russamento, con possibili fasi di apnee notturne prolungate e frequenti (sindrome delle apnee ostruttive del sonno, OSAHS). Il sospetto della presenza di questa patologia è spesso segnalato dagli stessi genitori, o per un deficit di attenzione o una sonnolenza diurna o dal pediatra per uno scarso accrescimento.
Si potrà effettuare allora uno studio polisonnografico completo notturno oppure un più semplice studio dell’ossigenazione periferica con un ossipulsimetro applicato al dito del bambino di notte. In caso di concreta diagnosi di OSAHS la terapia medica spesso non è in grado di risolvere la patologia e si dovrà ricorrere all’intervento chirurgico di adeno-tonsillectomia.
Nella laringe, sede delle corde vocali vere, principale organo della fonazione, oltre alle frequenti infezioni respiratorie virali pediatriche, di solito autolimitantisi o con necessità di terapia medica sintomatica semplice, riscontriamo nei bambini due quadri patologici rari ma molto importanti: l’epiglottite e la laringite ipoglottica.
La prima necessita di un pronto riconoscimento per le marcate difficoltà respiratorie e per il dover instaurare idonea terapia antibiotica con cefalosporine (spesso causata dal batterio Haemophilus influenzae) e antinfiammatoria con cortisonici per via generale.
La laringite ipoglottica si può verificare per infezione-infiammazione da virus respiratori della regione subito al di sotto delle corde vocali vere, con un edema importante della mucosa e conseguenti difficoltà respiratorie del piccolo paziente. Questa patologia si verifica tipicamente di notte e quando il bambino è affetto da apparenti semplici infezioni respiratorie.
Nei bambini più piccoli un ruolo di importante responsabilità nella genesi dei disturbi respiratori laringei è giocato dall’eccessiva lassità delle strutture cartilaginee laringee, che facilmente collassano ostacolando la respirazione. Tale lassità tende a scomparire con il passare degli anni. La frequenza eccessiva delle infezioni respiratorie in un bambino della prima infanzia dovrà indurre all’esecuzione di esami ematici per la valutazione delle classi di anticorpi, in particolare delle IgA; si valuterà anche l’ipotesi di una possibile allergia respiratoria o alimentare come verosimile cofattore di frequenti infezioni del distretto otorinolaringoiatrico. Si dovrà consigliare un giusto periodo di convalescenza al piccolo paziente prima del rientro in comunità infantile.
Sarà raccomandabile evitare l’uso eccessivo e immediato di antibiotici in quanto la maggior parte delle infezioni delle alte vie respiratorie nascono come forme virali e solo in un secondo momento queste potranno sovra-infettarsi e cedere il testimone ai batteri e, per tale ragione necessitare di antibiotico terapia.
Adenotonsilectomia
L’intervento di adenotonsillectomia è una procedura chirurgica con la quale vengono rimosse tonsille ed adenoidi per facilitare la respirazione del bambino. Solitamente si consiglia di procedere all’intervento per evitare che queste si infettino frequentemente, comportando dolore e frequenti influenze. Nel gergo comune le conosciamo come le “tonsille”, cioè le ghiandole posizionate ai due lati della parte posteriore della bocca.
Le adenoidi, si trovano sulla parete posteriore della rinofaringe (che collega le fosse nasali con l’orofaringe). Insieme alle tonsille, formano la nostra difesa linfatica, anello di Waldeyer, creando una prima barriera difensiva nei confronti dei microrganismi provenienti dall’esterno. Una delle cause più riscontrate nei pazienti è la sindrome da apnea ostruttiva (OSAS). Si presenta come un disturbo della respirazione, principalmente nelle ore notturne, con un’ostruzione che impedisce un corretto passaggio dell’aria e quindi la ventilazione adeguata e sufficiente dei polmoni. Nei pazienti in età pediatrica i genitori possono riconoscere questa sindrome dal episodi di russamento notturni, respirazione orale durante il sonno, sonno e deficit di attenzione durante il giorno. Il bambino può succedere che abbia anche episodi di enuresi notturna, tendenza nel fare pipì nel letto durante la notte.
Le ripercussioni sulla salute sono facilmente intuibili: Si hanno quindi disturbi neuro cognitivi e comportamentali si ripercuotono facilmente dopo episodi simili.
Per essere candidabile all’intervento chirurgico, una tonsillite cronica deve presentarsi con almeno 5 episodi all’anno, durare per almeno un anno e dare una sintomatologia così grave da compromettere il normale svolgimento delle attività quotidiane.
Occorre precisare che non saranno i soli puntini bianchi sulle tonsille a candidare un paziente all’intervento. Spesso depositi alimentari possono creare delle piccole raccolte biancastre all’interno degli avvallamenti tonsillari e simulare una placca. Si parla di placche successivamente un episodio febbrile importante (38° – 39°C).
Negli adolescenti o gli adulti poi, un episodio infettivo isolato può essere così aggressivo da generare un ascesso, ovvero una raccolta di pus tra la tonsilla e la parete della faringe sulla quale poggia. L’ascesso fa si che le terapie antibiotiche siano inefficaci e il caso è da trattare chirurgicamente.
Anche un’otite media acuta ricorrente può essere una condizione correlabile ad un aumento di volume delle tonsille, siamo di fronte ad episodi simili quando si verifica almeno tre volte all’anno, con sintomi locali e sistemici.
In questi casi il bambino presenta un modesto calo dell’udito e sarà più taciturno.
OSAS Russamento
L’OSAS è spesso molto difficile da diagnosticare, perché il paziente può essere asintomatico o non riconoscere i sintomi. Come fare quindi per capire se si soffre di apnee ostruttive nel sonno? Come prima cosa, con l’aiuto dei familiari, fate attenzione al vostro russamento: se si presenta in modo abituale, persistente e se c’è presenza di pause respiratorie potreste soffrire di OSAS.
In generale, i sintomi più comuni della sindrome delle apnee notturne sono:
- Sintomi notturni: russamento, pause respiratorie, sonno frammentato da frequenti risvegli, risvegli con sensazione di soffocamento, nicturia (l’esigenza di urinare nel corso della notte) e sudorazione notturna.
- Sintomi diurni: stanchezza al risveglio, scarsa concentrazione con deficit di memoria, mal di testa mattutini, disturbi dell’umore ed eccessiva sonnolenza diurna. Il russamento o roncopatia cronica è un quadro sintomatologico caratterizzato da un russare discontinuo, a volte con forte rumorosità accompagnato da disturbi della respirazione o da sonno interrotto o disturbato.
Nella maggior parte dei casi la causa del russamento può essere localizzata nel naso come un’ostruzione nasale, dovuta appunto ad una deviazione del setto nasale o all’ingrossamento dei turbinati o ad un restringimento della valvola nasale o ancora ad una combinazione di queste. Altre ostruzioni possono essere presenti a livello della gola, della faringe, e della base della lingua.
I fattori predisponenti possono essere anatomici (una lingua troppo grossa, una deviazione del setto) o acquisiti come l’obesità, l’abuso di alcol e tabacco, l’uso di sedativi e sonniferi. In età pediatrica a livello delle alte vie respiratorie l’ostruzione può essere determinata da tonsille e adenoidi ipertrofiche.
Nei casi più gravi l’ostruzione associata al rilassamento muscolare e ad al conseguente collabimento (collasso) dei tessuti molli che avviene durante il sonno, può essere causa di vere e proprie apnee notturne (OSAS) a loro volta causa di gravi disturbi sistemici (ad es.ipertensione, cardiopatie, ridotta perfusione dei distretti nobili cerebrali).
La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, nota anche come OSAS (acronimo inglese per Obstructive Sleep Apnea Syndrome) è caratterizzata da ripetuti episodi di ostruzione delle vie aeree superiori durante il sonno, normalmente associati ad una riduzione della saturazione di ossigeno nel sangue.
I sintomi principali sono rappresentati da:
- frequenti episodi di blocco della respirazione durante il sonno (apnea) spesso riferiti dal partner,
- cefalea al risveglio,
- russamento riferito dal partner come intermittente (perché interrotto dalle apnee),
- eccessiva sonnolenza diurna,
- ridotta capacità di memoria,
- ridotta capacità di concentrazione,
- ipertensione arteriosa,
- bocca asciutta al risveglio,
- riduzione della libido,
- cambiamenti nell’umore o nel comportamento,
- tachicardia,
- ansietà,
- depressione,
- aumento nella frequenza delle minzioni notturne,
- enuresi notturna,
- bruciore di stomaco ed esofago e una forte sudorazione notturna.
Il cuore soffre delle più serie conseguenze dovute alle apnee ostruttive.
In casi severi e di lunga durata, vi sono aumenti delle pressioni polmonari che vengono trasmessi al lato destro del cuore.
Questo può provocare una forma severa di insufficienza cardiaca congestizia.
Nel nostro centro, dopo attente e avanzate analisi diagnostiche tra cui la valutazione dei flussi e delle resistenze respiratorie, l’endoscopia delle vie aeree e la polisonnografia, (analisi computerizzata del sonno multicanale) utilizziamo metodiche micro-invasive a radiofrequenze di terza generazione che, con tecnica endoscopica, evitando dolorose incisioni esterne, tamponi e punti di sutura, consentono il migliore trattamento di ostruzioni nasali da deviazioni del setto nasale, ipertrofie dei turbinati e della base linguale, polipi nasali, adenoidi e prolassi del velo palatino e dell’ugola, principali responsabili a vario titolo ed intensità, del russamento notturno e delle apnee del sonno.
I trattamenti chirurgici più di frequente adottati per la risoluzione del problema del russamento mediante radiofrequenze, sono la uvulo-palatoplastica e la riduzione endoscopica mini-invasiva dei turbinati , in grado di sgonfiare la mucosa respiratoria senza traumi e senza applicazioni dei fastidiosi tamponi nasali. La chirurgia endoscopica funzionale nasale e faringea sono interventi quasi sempre eseguiti in day surgery, ben tollerati da adulti e bambini, poco dolorosi, non sanguinolenti e con rapido ripristino delle normali attività quotidiane.
Il russamento notturno, cosi come la sensazione di ingombro alla deglutizione, può essere legato alla ipertrofia del tessuto linfatico della base linguale o delle tonsille palatine.
Oggi è possibile ridurre il volume delle tonsille palatine o linguali mediante radiofrequenze di terza generazione che agiscono senza danno termico e preservando la funzione della mucosa.
Le tecniche sono sia di resurfacing che di infissione e consentono una efficace riduzione del volume tissutale senza sanguinamenti. In caso di necessità di ridurre l’eventuale prolasso delle strutture troppo allungate dalla cronicità della malattia (ad esempio il palato molle o l’ugola) saranno impiegate sempre le radiofrequenze per asportare il tessuto in eccesso, sempre senza danno termico.
A differenza delle tecniche precedenti (bisturi a lama fredda, elettrobisturi, Laser, radiofrequenze di prima generazione) utilizzate per trattare l’OSAS sino a non molto tempo fa, le nuove metodiche endoscopiche a radiofrequenze di terza generazione si caratterizzano per:
-risparmio dei tessuti sani
-assenza di danno termico
-ripristino della funzionalità mucosa dopo l’intervento
-assenza di dolore o riduzione dello stesso in modo molto significativo
-assenza di sanguinamenti
-maggiore velocità di guarigione
-possibilità di alimentazione libera nel periodo postoperatorio
-precoce recupero alle normali attività quotidiane
-nessuna ricaduta negativa postoperatoria sullo stato generale del paziente
-trattamenti sempre eseguiti in day surgery. Quello che è importante sapere è che solo in seguito a un esame specifico (polisonnografia), il medico potrà capire se soffrite effettivamente di apnee notturne e stabilire la corretta terapia